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EVENTI VIVERE A PARIGI

Swing addiction: gli anni ’20 a portata di…piede!

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Si puo’ tentare di spiegarlo a parole ma il modo migliore per capire davvero lo swing  è vederlo, ascoltarlo, viverlo.

Tenendo bene a mente questa piccola premessa, abbiamo comunque deciso di provare a raccontarvelo, questo swing. Alzi la mano chi tra voi non è rimasto affascinato dall’atmosfera incantata e sognante che emanava una pellicola di qualche anno fa del celebre Woody Allen, Midnight in Paris.

Quanti di voi, guardando quel film, hanno sognato di poter immergersi almeno per una volta come per magia nella Parigi degli anni ’20? La Parigi del primo dopoguerra, des années folles, intrisa fino al midollo di voglia di vivere, di arte,di musica jazz e di libertà. Una libertà creatrice che esplodeva in tutta la sua potenza attraverso la danza, regina indiscussa delle notti parigine di quegli anni. E al suo fianco, fino alle prime luci del giorno, re incontrastato di quelle nottate vive e danzanti, lui: lo swing.

Dove e come nascono il ballo swing e il Lindy Hop, una delle sue declinazioni di maggior successo?

Nella New York degli Anni ’20, in piena crisi economica e nel bel mezzo del proibizionismo, il bisogno di novità e di libertà contagia anche il campo musicale fino a spingere musicisti e ballerini a sperimentare uno stile nuovo, ritmato, energico, capace di far vibrare il pavimento, le pareti e le anime.

« Il pavimento sussulta, e il locale sembra una dinamo, e l’aria fumosa si innalza a onde… È una musica che anche i sordi riuscirebbero a sentire »,

ecco come Otis Ferguson, giornalista americano, descrive nel 1936 una notte al Savoy, la più famosa sala da ballo di Harlem.

Vero e proprio fenomeno di massa e integrazione culturale, il Lindy Hop riesce a oltrepassare le barriere razziali : centinaia di ballerini bianchi e neri si ritrovano a danzare sulle note delle imponenti orchestre swing. Il lindy hop diventa quasi una dipendenza per chi lo pratica, tale è l’energia che sprigiona e che contagia chi vi entra in contatto, anche soltanto nelle semplici vesti di spettatore.

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Travolgente, ritmato e contagioso, lo swing si diffonde in poco tempo in tutta Europa

Come fare per rivivere nel 2017 a Parigi l’ebbrezza des années folles?

Potete provare ad aspettare la mezzanotte seduti sui gradini della Chiesa di Saint-Étienne-du-Mont, sperando che passi una carrozza d’altri tempi per trasportarvi in un’altra epoca. Oppure potete indossare delle scarpe basse e comode e lasciarvi guidare verso uno dei tanti eventi swing che ogni sera animano la capitale. O ancora, perché non lanciarsi in uno swing al profumo di “fado” il 2 ed il 3 agosto al Monfort?

Da circa dieci anni, infatti, Parigi è nuovamente attraversata da un’ondata di passione per la musica e la danza swing. Le scuole che propongono corsi di lindy hop, charleston, jazz roots, shim sham (tutte declinazioni della danza swing, Ndr) si sono moltiplicate così come le occasioni per praticare gli insegnamenti appresi in classe.

Perché lasciarsi contagiare dal ritmo swing ?

Ai più scettici tra voi diamo solo un suggerimento. Provate soltanto per una volta ad andare ad una serata swing e guardatevi attorno. Tutti quanti, ballerini, musicisti, semplici osservatori: tutti hanno il sorriso sulle labbra. La secrezione di endorfine è quasi immediata, e restare impassibili è praticamente impossibile.

Lasciatevi trasportare dalla musica e dai movimenti, una volta provato non riuscirete più a smettere. Ecco il vero “problema”, lo swing diventa come una sana droga il cui unico inconveniente è la felicità.

E poi, lo swing è una danza social, quando iniziate a ballare entrate a far parte della comunità swing : ogni ballerino con il suo stile, il suo livello, la sua voglia di condividere e sperimentare con voi nuovi passi, di divertirsi.

Se siamo riusciti a farvi venire un pizzico di curiosità non avete che da recuperare nel vostro armadio un outfit vintage, allacciare le scarpe e concedervi un tuffo negli anni ruggenti. Non vorrete più tornare indietro, ve lo assicuriamo!

Swing addiction: gli anni ’20 a portata di…piede! ultima modifica: 2017-07-28T14:00:13+02:00 da Roberta Guttadauro

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