Gionata Gesi/OZMO: “La mia verità sull’Arte (che non è in vendita)”

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Gionata Gesi/OZMO: “La mia verità sull’Arte (che non è in svendita)”

Ozmo - Monnalisa Ozmo

Gionata Gesi, in arte OZMO: lo avrete visto sui muri di tutto il mondo, un artista che vent’anni fa ha fatto esplodere in Italia un nuovo movimento. Sì ragazzi, tenetevi forte perché stiamo parlando del papà della street art nel nostro Paese: OZMO! Un onore immenso per itParigi aver avuto l’occasione di intervistarlo.

Un artista che ha cancellato dal suo vocabolario la parola “ipocrisia”. Un mago dei pennelli dai mille interessi, come quello per l’iconografia e i messaggi arcani dei Tarocchi. Visioni mistiche e innesti di culture diverse che Gionata Gesi imprime sui muri che dipinge.

Ozmo - Baldassarre Ozmo
OZMO e il suo Baldassare Castiglione di Raffaello Sanzio a Saint-Ouen-sur-Seine. © OZMO

Opere colossali le sue e dalla forte implicazione storico/emotiva. In un mondo corrotto e capitalista, l’Arte “quella con la A maiuscola” come afferma OZMO, dev’essere di tutti e per tutti. Ma di certo, come la nostra anima, l’Arte non è in vendita.

itParigi.it Ciao Gionata, un grazie speciale da tutta la redazione di itParigi per essere qui con noi! Hai praticamente inventato la street art in Italia e continui nella lotta di conferire dignità artistica a questo movimento. Domanda molto semplice: perché, credi, prima di te non ci abbia pensato nessun altro? Occorreva più coraggio o logica per far esplodere la street art nel nostro Paese?

Gionata Gesi/OZMO. Grazie a voi per questa intervista!

Posso rispondere rischiando di sfatare un mito, perché a me per primo l’etichetta street art sta stretta. Purtroppo viene usata a sproposito, dagli stessi artisti in primis e anche dai giornalisti…questo crea ancor più confusione!

Se è vero che la street art include orizzontalmente (quasi) qualsiasi intervento non autorizzato, dall’altro è considerata, soprattutto in Italia, un ghetto artistico. Di fatto, come dico sempre, se non è illegale, non è street art, quindi tutti i festival in giro dovrebbero cambiare nome.

Stessa cosa per le mostre che la inseriscono nel titolo. Io la chiamerei semplicemente Arte.

Rispondendo alla domanda, si è trattato semplicemente di essere al momento giusto nel contesto giusto con l’attitudine più appropriata.

È molto raro ci si possa svegliare un giorno e decidere: ora invento questa cosa, che sia una corrente artistica o fenomeno culturale di massa.

Ci hanno provato molti artisti e critici ma il meccanismo è piuttosto il contrario: ci si trova a dare forma a un qualcosa che è nell’aria, e a posteriori si può eventualmente teorizzare o capire che si stava creando o facendo parte di un disegno più grande.

itP. Hai dipinto i muri del mondo, creando opere monumentali che partono dal classico, distorcendolo a volte nel moderno. Perché la scelta di pixelare i volti di opere classiche come i ritratti di Raffaello, per esempio o di aggiungere degli emoji che trasfigurano l’identità del quadro? Ti riferisci a una difficoltà di “caricamento” intellettuale da parte del pubblico di oggi? Lo spettatore di oggi ha bisogno di riferimenti whatsappiani o facebookiani per intendere l’arte?

OZMO. Al contrario, cerco di stimolare la curiosità di molti osservatori differenti. Il mondo è molto complesso, e l’arte a mio avviso dovrebbe rispecchiare questa complessità, o perlomeno suscitare una reazione complessa nella mente dell’osservatore, magari non interamente conscia.

Cerco di creare degli esperimenti visivi che funzionano come specchio e possono, come davanti a un simbolo complesso come una carta dei tarocchi, rispecchiare chi li osserva ed essere quindi degli strumenti di conoscenza o consapevolezza.

Mi piace mischiare le carte, non a caso sono appassionato e studioso di Tarocchi

OZMO a Albisola – Foto e montaggio video di Anna Spirito e Francesco Perasso

itP. L’arte oggi è più impegnata o commerciale? Cosa dovrebbe essere secondo te o cos’è per te? Non dimenticheremo mai il tuo murale che ritrae Willy, giovane vittima del razzismo italiano.

OZMO. Come ogni attività umana dipende dall’uso che se ne fa!

Distinguerei l’arte dall’Arte con la A maiuscola.

Ho sempre cercato di preservare l’ispirazione e l’autenticità, attraverso esperimenti. Per questo ho rifiutato e rifiuto un sacco di soldi e tutti quei progetti che hanno una componente unicamente  commerciale.

Non ho mai fatto magliette o customizzazioni, ad esempio, come non ho mai voluto produrre quadri in serie, stando lontano o interrompendo la collaborazione con quei galleristi più commerciali, che magari chiedono di risolvere un’intera mostra, non tanto con le idee e con l’ispirazione, ma con pezzi di vari dimensioni per tutte le tasche e qualsiasi appartamento.

Sono fiero di aver detto molte volte di no a questo genere di proposte.

itP. Attualmente risiedi a Parigi. Perché scegliere di fermarsi qui, per te che hai girato il mondo? Cosa dà la Francia e la sua capitale a Gionata uomo e Gionata artista?

OZMO. Ma principalmente per lo champagne e la baguette! (ride, ndr)

A parte gli scherzi, oltre che il rispetto ancora vivo di una tradizione culturale artistica che noi abbiamo venduto ai turisti, la Francia condivide le nostre stesse radici culturali che affondano nel cristianesimo, da questo punto di vista siamo cugini e davvero molto simili, forse per questo ci sono un amore e odio reciproco.

itP. Cos’è per te orgasmo artistico? La street art è la sola ancora oggi ad accendere la tua passione pittorica?

OZMO. La passione pittorica accesa dall’ispirazione.

È questo per me il vero orgasmo artistico, qualcosa che sommergendo la tua individualità ti mette in comunicazione, anche se per un brevissimo momento, col tutto.

Questa credo, sia la cosa più importante che mi spinge a continuare a dipingere dopo 20 anni.

Ozmo - Ozmo Rieti
Ozmo dipinge “Al suono delle trombe.” Rieti: murale sul Tribunale. (Ispirato dal Giudizio Universale, affresco dei fratelli Torresani) © OZMO

itP. Quali sono i progetti odierni e futuri a cui stai lavorando?

OZMO. Un progetto di charity molto importante su Milano, che in realtà avrà un respiro nazionale, per un ospedale pubblico (ci tengo a sottolinearlo) della città.

Una mostra a Pietrasanta tra qualche giorno curata da Annalisa Bugliani e Alessandro Romanini e una a Roma in autunno curata da Giuditta Nidiaci in una location molto prestigiosa.

Poi le opere pubbliche: ho qualche muro in Italia, e lavorerò anche in due luoghi dove non sono mai intervenuto: Cecoslovacchia e Lettonia.  Uno ovviamente anche a Parigi. Quest’anno di Covid ci ha purtroppo bloccato e rallentato molti progetti non solo in Francia e in Italia ma anche fuori dall’Europa.

Ringraziamo, ancora una volta, il grande Gionata Gesi di questa profonda chiacchierata. Parole che ci porteranno sicuramente a riflettere sul valore dell’Arte e sul coraggio di non tradire, né Lei, né noi stessi. La nostra anima, ripetiamo, come l’Arte, non è in vendita. E come cantavano gli immensi The Stone Roses, nota band Indie degli anni ’80, nella meravigliosa I wanna be adored:

“I don’t have to sell my soul”.

(Non devo vendere la mia anima)

The Stone Roses – I Wanna be adored (1989)

Foto di copertina: Pixelated Mona Lisa with deconstructed Donald Duck in Valle Camonica © OZMO

Gionata Gesi/OZMO: “La mia verità sull’Arte (che non è in svendita)” ultima modifica: 2021-06-30T11:00:00+02:00 da Sarah Jay De Rosa

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Giusi Giaconia

Che bella intervista! E che artista!

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