Definizione del termine friperie dall’autorevole dizionario Larousse: “Commercio di vecchi vestiti, di cose vecchie; negozio in cui vengono venduti”. Eppure nelle friperie si possono trovare assoluti tesori inaspettati. La fripe in francese è l’abito usato, di seconda mano, il dizionario lo indica come termine popolare. In realtà è possibile scovare anche delle fripe di tutto rispetto, soprattutto nei dépôt-vente (abiti lasciati in conto vendita), spesso di grandi marche ma utilizzati una volta o due e dunque in stato impeccabile.
Quindi, vintage victims, paladine/i dello stile unico a tutti i costi, addicted della fripe rétro, o semplicemente poco disposte/i a vendere un rene per una camicia di Chanel o Dior, questo è l’articolo che fa per voi.
Il bello di Parigi è che straborda in ogni dove di friperie. Ci sono addirittura intere zone in cui è possibile imbattersi in un negozietto vintage dopo l’altro. Per esempio, vi consigliamo di fare un giro in rue de la Roquette! Inoltre ormai anche grandi magazzini chic come Printemps o Citadium hanno il loro angolo di tesori di seconda mano.
Dunque, tutte/i pronte/i ai posti di partenza con carta di credito alla mano e cuffiette nelle orecchie (perché in questa girandola di colori sgargianti la musica adatta è d’obbligo). Che il nostro giro alla ricerca delle migliori friperie di Parigi abbia inizio.
Gwyneth Paltrow interpreta Margot Tenenbaum, icona vintage per eccellenza, nel film I Tenenbaum (2001), diretto da Wes Anderson.
Fripe, fripeuse, friperie
Thanx God I’m a V.I.P. – Il tempio della fripe per noi di ItParigi è Thanx God I’m a V.I.P. Il décor è studiato a effetto per questa boutique in cui gli abiti sono disposti in scala cromatica (che sogno!). I cavalli di battaglia sono i capi vintage di lusso come Dior o Yves Saint-Laurent, ma non disperate: basta scendere al piano inferiore per trovare perle rare a prezzi accessibilissimi!
Colonna sonora: Nina Simone, “My baby just cares for me”, 1958. Più vintage di così!
Chercheminippes – Amanti del vintage, sbizzarritevi. Ben sei boutiques di abiti di seconda mano per donna, uomo, bambini, adolescenti, senza dimenticare gli accessori…
Colonna sonora: Roy Orbison, “Oh pretty woman”, 1964. Per sentirsi come Julia Roberts che fa shopping sulla Rodeo Drive.
Vestiti: un tanto al chilo
Kilo Shop – Venghino signori, venghino nella patria dei fricchettoni in cui i vestiti si vendono al chilo. Sì, proprio così, come quando compriamo la frutta al mercato. Potremmo ritrovarci, dunque, in una delle sue cinque sedi parigine (o magari in tutte) a rovistare come se non ci fosse un domani.
Colonna sonora: Elio e le Storie Tese, “Parco Sempione”, 2008. Ve li ricordate i tempi del liceo in cui la fripe da fricchettoni era l’outfit obbligatorio per le manifestazioni in piazza, vero?
Senza una lira
Boutique Sans Argent e tribus. – Infine, per chi è davvero in bolletta, o semplicemente è sensibile ai temi dell’ecologia donando una seconda vita agli oggetti, basta dare un’occhiata alla Boutique Sans Argent e a tribus. Sono due progetti molto interessanti sullo scambio di abiti, certo, ma anche di abilità e competenze.
Colonna sonora: Barrett Strong, “Money” (That’s What I Want), 1959. Eh sì, lo pensiamo tutti almeno una volta al mese.