Il furto della Gioconda: quando l'opera di Da Vinci "tornò" in Italia - itParigi

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ARTE MISTERO

Il furto della Gioconda: quando l’opera di Da Vinci “tornò” in Italia

Il furto della Gioconda - Monna Lisa particolare

Adesso ridacci la nostra Gioconda… È nostra, è nostra vogliam la Gioconda…”. Questo era il ritornello di un odioso jingle nato dopo la vittoria dell’Italia al Mondiale di Germania 2006, che invoca il ritorno della Monna Lisa di Leonardo Da Vinci in terra italica dopo aver battuto la Francia nella finale della Coppa del mondo, che gioca proprio sull’ormai centenaria “disputa” tra Italia e Francia sulla proprietà del celebre dipinto di Leonardo Da Vinci. Si scherza, ma non poi tanto. Molti italiani credono infatti che la Gioconda appartenga all’Italia e fu portata a Parigi da Napoleone durante la Campagna d’Italia (1796-97). Ciò è una secolare fake news. L’unico furto della Gioconda fu ad opera di Vincenzo Peruggia, imbianchino italiano che nel 1911 decise di riportare il dipinto in madrepatria. Ecco come andarono le cose.

Il furto della Gioconda - Foto segnaletica di Vincenzo Peruggia

Perché la Gioconda si trova al Louvre di Parigi

Il dipinto che ritrae “Monna” Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco del Giocondo (da lì il nome “Gioconda”) è di diritto francese. Leonardo lo realizzò a Firenze tra il 1502 e il 1503 e lo portò con sé prima a Milano (1507), e poi in Francia (1513). Fu lo stesso pittore fiorentino, che allora lavorava alla corte di Francesco I ad Amboise, a venderlo al re per 4000 scudi d’oro. Da allora il celebre dipinto divenne parte della collezione dei reali francesi, passando dal castello di Fontainebleau, a Versailles e, infine, al museo del Louvre.

Il furto della Gioconda: il patriottismo di Peruggia

Le vicende riguardanti il furto della Gioconda, risalgono a più di 100 anni fa, quando l’imbianchino Vincenzo Peruggia lavorava al museo del Louvre. Convinto che Napoleone avesse sottratto il capolavoro di Leonardo all’Italia, Peruggia decise di rubarlo per riportarlo in madrepatria, ovvero alla “legittima proprietaria”. La mattina del 21 agosto 1911, dopo aver passato la notte nascosto nel museo, Peruggia approfittò del giorno di chiusura per poter trafugare il dipinto dal salon Carré, senza che nessuno lo notasse. Ad accorgersi del furto fu l’artista Louise Béroud, arrivato al Louvre per ricopiare proprio la Gioconda, mentre il museo era chiuso al pubblico.

Il furto della Gioconda - Gioconda nel salon Carré del museo del Louvre

La polizia francese, spiazzata, cominciò le indagini di quello che passerà alla storia come il primo furto di un’opera d’arte dal Louvre. Vennero interrogati sia il poeta Apollinaire (che venne arrestato) sia Pablo Picasso, ma si pensò anche che fosse opera dei tedeschi, nemici della Francia. Nessuno però sapeva che il ritratto della Monna Lisa si trovava ancora a Parigi, precisamente a rue de l’Hopital Saint-Louis, nell’abitazione di Peruggia. Naturalmente anche lui venne interrogato insieme agli altri dipendenti e la sua casa venne perquisita. La polizia non riuscì a trovare nulla perché questo nascose abilmente il dipinto sotto il tavolo.

Il ritorno in Italia della Gioconda

Dopo “2 anni romantici insieme alla Gioconda” (come li definì lo stesso Peruggia), il decoratore decise che fosse arrivato il momento di riportare l’opera d’arte in Italia. Nel 1913 egli contattò il collezionista fiorentino Alfredo Geri per la vendita del dipinto, inviandogli una lettera firmata da M. Léonard V. (Leonardo da Vinci). L’11 dicembre i due si incontrarono all’hotel Tripoli di Firenze (poi Hotel Gioconda). Peruggia lasciò l’opera d’arte a Geri, che ne verificò l’autenticità grazie anche all’aiuto del direttore della Galleria degli Uffizi, Giovanni Poggi. Vincenzo Peruggia venne quindi arrestato dai carabinieri per il furto della Gioconda. Condannato nel 1914 a 1 anno e 15 giorni (venne riconosciuta anche l’infermità mentale), la pena fu poi ridotta a 7 mesi e un giorno. Nonostante ciò, il furto di Peruggia venne celebrato da molti in quanto gesto puramente patriottico.

Il furto della Gioconda - Processo Vincenzo Peruggia

Prima del suo ritorno al museo del Louvre (dove si trova tutt’ora) la Monna Lisa rimase ancora qualche tempo in Italia, dove venne esposta prima agli Uffizi, poi all’ambasciata di Francia, alla Galleria Borghese di Roma e, infine, alla Pinacoteca di Brera di Milano. Il furto della Gioconda ad opera di Peruggia fece accrescere ancor più la fama di questo meraviglioso capolavoro di Leonardo Da Vinci, italiano di nascita, francese d’adozione. Il resto è storia.

Il furto della Gioconda: quando l’opera di Da Vinci “tornò” in Italia ultima modifica: 2020-11-17T09:21:04+01:00 da Antonello Ciccarello

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