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ARTE & CULTURA

La Gioconda all’asta? Una provocazione che fa discutere

Quadro Gioconda

Vendere la Gioconda per investire sulla cultura e l’arte francesi, duramente colpite dall’emergenza Coronavirus. La notizia, per alcuni una vera e propria provocazione, sta facendo discutere molto. Al solo pensiero che un simile capolavoro possa lasciare la Francia, la maggior parte della popolazione storce il naso. La proposta di cedere, al miglior offerente, il dipinto più famoso di Leonardo da Vinci è stata avanzata da Stéphane Distinguin, fondatore della società Fabernovel, specializzata in consulenze sull’innovazione digitale.

La Gioconda - foto in bianco e nero di una sala del Louvre di Parigi con quadri e statua
Dentro il museo del Louvre

L’idea choc di mettere all’asta Monna Lisa è stata lanciata, qualche giorno fa, sulla rivista Usbek & Rica. Distinguin suggerisce di cedere l’opera per almeno 50 miliardi di euro «per finanziare il rilancio di un mondo della cultura che – sostiene in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera – altrimenti rischia di non sopravvivere al Coronavirus».

La Gioconda il Museo visto dall'esterno
La Piramide in vetro e acciaio, che funge da atrio al museo

La Gioconda: storia di un dipinto

L’opera di Leonardo da Vinci, conosciuta e ammirata in tutto il mondo, è grande circa 77 x 53 centimetri, e ha uno spessore di 13 millimetri. Conservata nel Museo del Louvre di Parigi, si fa risalire al 1503 o 1504 circa. Da sempre oggetto di contese tra Italia e Francia, il capolavoro del genio italiano, ritrae una donna dallo sguardo enigmatico e dal sorriso appena accennato. Per gli storici dell’arte si tratterebbe della nobildonna aristocratica fiorentina Lisa Gherardini (“Monna” Lisa, ovvero “Madonna” o “Signora”), sposa di un nobile mercante italiano, Francesco Del Giocondo (e per questo chiamata la Gioconda).

La Gioconda Primo Piano
Il dipinto più ammirato al mondo

La Gioconda, in Francia per volere di Leonardo

Fu lo stesso Leonardo a portare il dipinto con sé in Francia, quando vi si trasferì nel 1516, per poi venderlo, pochi mesi più tardi, al monarca di allora, Francesco I, per circa 4 mila ducati d’oro. Nei secoli successivi, la Gioconda divenne parte delle collezioni dei reali francesi. Con Luigi XIV arrivò alla reggia di Versailles e dopo la Rivoluzione francese fu esposta al Louvre. Falsa è invece la credenza che vuole il ritratto di Monna Lisa portato via dall’Italia da Napoleone Bonaparte, nel 1796.

La Gioconda, l’«albero che nasconde la foresta»

La Gioconda fu il vero lascito di Leonardo alla Francia, terra in cui decise di morire e in cui è sepolto. Il dipinto attira ogni giorno migliaia di visitatori nella grande Salle des Ètats, del Louvre. Ma, per Distinguin, lo stesso è l’«albero che nasconde la foresta e che fa ombra a centinaia di altri capolavori». È il vero motivo per il quale, ogni anno, milioni di persone si mettono in fila per entrare al museo, ignorando spesso centinaia di altre opere altrettanto meritevoli di attenzione. «Attorno alla Gioconda c’è un’ossessione del possesso. Liberiamocene – insiste Distinguin – e usiamo quei soldi per pensare al futuro della cultura e dell’arte».

La Gioconda Fotografata
Monna Lisa, la più fotografata di sempre

Un volto senza tempo

Sulla Gioconda si è detto e si è scritto tanto. La sua figura, iconica ed enigmatica, rimane il ritratto più celebre della storia, ma anche quello più ammirato, fotografato e riprodotto al mondo. L’opera per eccellenza, nei cui confronti si contano diversi tentativi di vandalismo, oltre che un furto rocambolesco, avvenuto nel 1911, ad opera di un ex impiegato del Louvre, l’italiano Vincenzo Peruggia, che trafugò il dipinto per riportarlo in Italia. Monna Lisa rimane un volto senza tempo, che ancora seduce e incanta i milioni di visitatori che annualmente vanno a contemplarne la bellezza.

Le reazioni alla provocazione di Distinguin

La provocazione di Distinguin ha suscitato reazioni assolutamente prevedibili: “Dai nostalgici della monarchia che inorridiscono, ai conservatori che scuotono la testa perché il patrimonio coincide con l’identità di un popolo, ai più progressisti che comprendono la mia voglia di guardare avanti”, come ha dichiarato lui stesso. Ma il sorriso misterioso della Gioconda la rende un’opera dal valore inestimabile e intoccabile, che, ci si augura, possa continuare a rimanere ben salda al suo posto.

La Gioconda all’asta? Una provocazione che fa discutere ultima modifica: 2020-05-28T10:20:00+02:00 da Antonietta Malito

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