Gioacchino Rossini a Parigi arrivò ai primi dell’Ottocento! Nel 1826, un grande avvenimento infiammò l’interesse del pubblico parigino: l’arrivo sulle scene dei lavori teatrali del compositore italiano. Il primo teatro lirico del mondo attraversava una forte crisi, perché da anni non vi si rappresentavano che lavori mediocri e il pubblico perdeva interesse. Il ministro della Casa reale propose un vantaggioso contratto al celebre compositore italiano, che avrebbe garantito alle scene parigine i lavori futuri del genio pesarese!
Gioacchino Rossini a Parigi
Rossini propose molti suoi vecchi lavori, e così poté dedicarsi al nuovo genere nascente, che avrebbe velocemente imposto nella città delle luci. Frequentò teatri e concerti e ascoltò curioso le opere di Weber e Spontini. Dobbiamo considerare che Rossini visse più di venticinque anni a Parigi. L’autore ancora celebrato nella capitale francese, ha lasciato un’impronta molto profonda e tanti documenti d’archivio.
La storia di Rossini a Parigi evidenzia il suo ruolo di vedetta della vita parigina. Le sue relazioni col potere ufficiale, ci fanno entrare nella sua vita privata, evocando i suoi gusti gastronomici famigerati. Rossini era così famoso e amato in tutta Europa, che il grande scrittore francese Stendhal gli dedicò una biografia quando non aveva ancora compiuto 32 anni.
Rossini e la società parigina
Esiste una ricca iconografia illustrata di Gioacchino Rossini a Parigi; dei suoi rapporti con i più celebri musicisti, attori e cantanti del tempo. Fra le molte artiste figura Isabella Colbran, che rimase dieci anni sulla scena napoletana e anche prima moglie del maestro. La seconda è Olympe Pélissier, “la più bella cortigiana di Parigi” secondo Balzac, la quale dopo una lunga relazione riuscì a farsi sposare da Rossini già malato e lo assistette amorevolmente fino all’ultimo.
Poi ancora la famosa duchessa di Berry, in onore della quale il maestro compose “Le nozze di Teti e Peleo”. In tante vetrine parigine sono esposti spartiti e libretti, preziosi autografi e carteggi ufficiali. Quando arriva a Parigi nel 1824 Rossini è in piena gloria. A Rossini è dedicato anche un famoso cocktail, composto da 1/3 di frullato di fragole e 2/3 di prosecco freddo.
Rossini e la tavola
Il maestro compose una trentina tra opere buffe e opere serie, passando da “enfant prodige” alla fama di “rivoluzionario” dell’arte lirica. Dopo il Guglielmo Tell c’è uno stop; il compositore dice addio alla scena lirica. Si gode i piaceri della tavola, che gli saranno fatali. “Mangia come tre orchi, ingozza fino a venti bistecche al giorno”, scrive Stendhal il suo ammiratore e biografo. Una delle più grandi passioni di Rossini era quindi la gastronomia. I suoi ricevimenti parigini leggendari, arrivavano a 14 portate. Sul suo amore per la buona cucina e i vini pregiati circolano molti aneddoti.
Rossini gaudente, è sempre al centro di brillanti serate mondane, di cui paga i postumi nella vecchiaia. Il capolavoro del suo periodo finale è la ‘Piccola messa solenne’, con cui ritorna al classicismo. Comporrà ancora un’opera di circostanza, L’inno a Napoleone III, prima di spegnersi nella sua villa di Passy. Nella residenza francese gli venivano spediti maccheroni, salumi, gorgonzola, panettoni, zamponi, mortadelle e i tartufi; tutti cibi di cui era particolarmente ghiotto.
Rossini baby pensionato a Parigi
Per queste prelibatezze tutte italiane, il maestro aveva una vera e propria predilezione. Il maestro confessò d’aver pianto soltanto tre volte nella sua vita; dopo i fischi indirizzati alla sua prima opera, quando ascoltò il violino di Paganini. E la terza quando gli cadde un tacchino farcito con i tartufi mentre era in barca per una gita.
Rarissimi però sono i rossiniani che sanno che Rossini, grazie all’assistenza di abili avvocati, diventò pensionato all’età di trentasette anni. Morì a settantasei e non solo riuscì anche ad aggirare il governo francese che la erogava, ma lo fece legalmente. Ritornando alla buona tavola col famoso filetto alla Rossini dove alla carne bisogna aggiungere foie gras, tartufo nero, vino di Madera, una bella porzione di burro e sale quanto basta, per continuare con i maccheroni sempre alla Rossini, ripassati in padella col tartufo, i suoi pasticci d’oca. Da non dimenticare il suo piatto preferito: una semplice insalata condita a base di mostarda, limone, pepe, sale, olio e una bella immancabile manciata di tartufo. Dulcis in fundo: tanti dolci dagli ingredienti calorici che mettevano a dura prova i valori del colesterolo e non solo.