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ITALIANI A PARIGI

Michel Platini l’eleganza del gesto atletico che si fa calcio

Platini Disteso

Michel Platini, anzi Francesco Michel Platini, come il nonno piemontese che decise d’impiantare un’attività di ristorazione in Francia a Jœuf nella Lorena. E’ là che è nato il futuro campione e il dio del calcio quel giorno sorrideva. Nonno, Francesco era un muratore italiano che intraprese il mestiere di ristoratore, gestendo un bar battezzato proprio da lui le Café des Sports.

Michel Platini

Correva a giocare per strada il piccolo Platini. Già guizzante, veloce, sfuggente ma preciso, con una visione di gioco che lo avrebbe reso nel tempo un regista offensivo ineguagliabile. Lui, indomabile francese in Italia e italiano in Francia, così sarebbe sempre stato per tutti.

Michel Platini - Parigi e la torre Eiffel

Nato e cresciuto per un calcio a misura d’uomo, Platini è rimasto sempre diffidente riguardo al giornalismo sportivo, soprattutto per quello italiano che già a ridosso degli anni ’80 era in forte declino, arrivando al duemila, praticamente a brandelli. Un tipo di stampa che quando ha visto aprirsi una crepa, ne ha sempre approfittato per affondare il pugnale intinto nel veleno. In ogni caso, Michel Platini, considerato uno dei più forti calciatori della storia del calcio, occupa la 5ª posizione nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo, restando unico nel suo genere.  Da ragazzino era piccolo, e sapeva che non sarebbe mai diventato un gigante.

Coppa del Campioni

Per questo giocare d’astuzia, amministrare il centrocampo e finalizzare in modo preciso, sono sempre state le sue peculiarità. Leggero come il vento, preciso come una fucilata e penetrante come un proiettile, così in campo Le Roi, così come lo abbiamo sempre chiamato, ha rivoluzionato il calcio francese e ha scritto quello italiano.

Michel Platini - In Nazionale Francese

A ridosso degli anni ’80 il calcio transalpino è modesto, invece quello italo-francese spariglia le carte. Ancora oggi la gente freme al ricordo di Platini, Giresse, Tiganà, un po’ come negli anni Trenta in Italia furono Combi, Rosetta, Calligaris, un trio che era un fortino inespugnabile. Si vede però che la Francia ciclicamente debba essere sparigliata da un italiano. Napoleone l’ha sconvolta militarmente con la Grande Armata e Platini l’ha conquistata scuotendo gli spalti, portando in alto la Nazionale.

Juventus F.C.

Gioca nel Nancy Michel, nel Sant’Etienne, a suo agio in quella bolla a misura d’uomo. Ma il dio del calcio vuole vederlo salire ancora più in alto. Dietro l’angolo c’è il calcio italiano ad attenderlo. Una delle prime volte che Michel incontra gli azzurri, li sbalordisce. Piazza il pallone sull’erba ed è già storia, anche se lui non lo sa. Tira due calci piazzati, uno dietro l’altro. Lo fa con freddezza, con lucidità assoluta e insacca il pallone scuotendo la rete senza colpo ferire.

Michel Platini - Platini E Agnelli in campo

Gli azzurri sono colpiti, e travolti come birilli. I calci di punizione di Michel Platini entrano nella storia per la precisione assoluta. Si pagava il biglietto solo per sperare di vedere Michel tirare alla sua maniera una punizione. La palla si elevava leggera, compiva una parabola avvelenata, quasi invisibile. Roteava e andava a insaccarsi alle spalle del portiere lasciandolo affogare in un’ineluttabile frustrazione. Là a sedere sull’erba velenosa, da gigante, diventava più piccolo dei suoi guanti.

La Vecchia Signora del Calcio e Michel Platini

Vince Michel, e anche tanto! E l’Italia lo sta spettando. Dopo varie trattative e un po’ di eventi rocamboleschi con varie squadre, il suo destino si lega alla Juventus, la “Vecchia Signora” del calcio italiano. Sembra un matrimonio predestinato, scritto e voluto dal dio del calcio, perché cambia tutto. E’ soprattutto l’avvocato Agnelli a volerlo. Agnelli amante del bel gioco, da tempo si era “invaghito” del genio italo-francese. Alla fine l’avvocato fa una dichiarazione che resterà nella storia, affermando che “Platini era arrivato alla Juve per un tozzo di pane, poco per l’epoca, e il fois gras l’aveva messo lui”.

folla - Pallone D'oro alla consegna

In effetti l’ingaggio non fu miliardario all’epoca, ma ne valeva la pena, visti i risultati. Con una personalità molto forte e determinata e la capacità di farsi inseguire, correndo per vent’anni con un difensore attaccato ai tacchetti, Michel Platini non è stato mai espulso.

Champions League

Come Gaetano Scirea del resto. Un primato che ha dell’incredibile, pensando a una carriera intera e guardando certi scontri di gioco. Quindi, dopo aver vinto la Coppa di Francia, l’Italia era una prateria da conquistare. Domenica dopo domenica, prima di vincere in campo, l’italo-francese con il suo stile e la sua personalità, conquista le tifoserie. In ogni stadio, la gente di ogni fede calcistica, vuole vedere la Juve giocare. Soprattutto gli sportivi vogliono vedere Platini tirare una punizione.

logo  - Logo della Juve

Tutti vogliono dire: “Io c’ero”. La carriera del campione di stile ancora oggi è esemplare, poiché nel contratto con la Juve, insiste per avere la disponibilità assoluta per giocare nella sua Nazionale. Insomma, detta sempre lui l’agenda. In Italia dopo un periodo di decantazione, alla fine la Juve ingrana, una delle stagioni più forti della storia. La svolta però è una sconfitta, quella in Coppa Campioni contro l’Amburgo, ma lo schiaffo serve, eccome!

Sull’Olimpo

Platini e la Juventus portano a casa la Coppa Italia e lui il titolo di miglior giocatore d’Europa. Alza il suo primo “Pallone d’Oro”, il primo di tre, un record che resterà a lungo. Poi arriva l’84, l’anno che resta epico, forse il canto del cigno. Le Roi con la Juventus ottiene la Coppa delle Coppe contro l’Oporto (2-1). Vince ancora il “Pallone d’Oro” e il campionato italiano.

area piccola - Platini che si appresta a calciare un rigore

E’ in vetta: il miglior calciatore al mondo, esempio di stile, eleganza e vederlo in campo è uno spettacolo quasi senza precedenti. I tifosi juventini e non solo loro, impazziscono letteralmente. Torino non è più la stessa, la pervade un’euforia e un senso di frizzante voglia di vincere che non si viveva da tanto. Infine, Platini mai domo, in assoluto stato di grazia, si aggiudica gli Europei, giocati in casa con la Francia. Le vittorie non si contano più.

Coppa Intercontinentale e Michel Platini

Restano due trofei da alzare e lui se li va a prendere con una squadra che in quel momento è invincibile. La Coppa più bella, la più ambita, quella con le orecchie, la Coppa dei Campioni è della Juve. I gobbi la alzano però in una notte maledetta, mai davvero raccontata dalla stampa nella sua realtà, ma la Coppa è meritata, anche se ha un sapore amaro. Poi arriva la notte di Tokyo e la Coppa intercontinentale, ovvero la Coppa del mondo per club. Quella notte Laudrup, numero 11, danese, compie un errore imperdonabile, ma in campo c’è Michel Platini, caro al dio del calcio. E’ sua l’azione decisiva e sua anche la coppa. Quello è l’apice, poi Le Roi a 32 anni appende gli scarpini al chiodo. Noi però dobbiamo ringraziare gli dei, per averci dato un talento unico e irripetibile.

(Foto Facebook)

Michel Platini l’eleganza del gesto atletico che si fa calcio ultima modifica: 2023-07-18T08:17:03+02:00 da simona aiuti

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