Ieri pomeriggio abbiamo incontrato Manuele Fior (qui il suo website), uno degli illustratori e fumettisti tra i più bravi e amati in Italia e in Francia (ma anche altrove!). Abbiamo parlato dei suoi libri, di bilanci, di 15 anni di illustrazioni e disegni, di Parigi, dell’eccellenza italiana che lui rappresenta.
L’Ora dei miraggi di Manuele Fior: 15 anni di collaborazioni in illustrazioni.
L’occasione è stata quella di un incontro alla libreria Flammarion del Centre Georges Pompidou per la pubblicazione de L’Heure des mirages edito da Ici Même. Come per tante altre opere di Manuele Fior, l’edizione francese segue a ruota quella italiana. Infatti L’Ora dei miraggi è una specie di diario di bordo che vede la luce nel 2017 grazie alla giovane casa editrice Oblomov. Inoltre il libro è affiancato da una retrospettiva dedicata a Manuele Fior tuttora in corso al museo Luzzati a Genova. Si tratta di una scelta del tutto personale di illustrazioni, disegni, manifesti, collaborazioni editoriali che hanno scandito il percorso artistico di Manuele Fior negli ultimi 15 anni. A questi si accompagnano spunti di riflessione dell’autore che ne spiega a volte la genesi, a volte quella dimensione introspettiva del gesto del disegno.
Parigi e gli illustratori italiani: un amore al primo tratto di china.
L’amore dichiarato tra Parigi e gli illustratori e fumettisti italiani è di lunga data. E non si tratta soltanto di Lorenzo Mattotti, che Le Figaro ha inserito tra i sei italiani che contano a Parigi. Lo scorso mese Lorena Canottiere si è aggiudicata il Grand Prix Artémisia con il suo Verdad. Gipi e Alessandro Tota saranno ospiti del Festival Italissimo alla sua terza edizione di cui proprio Manuele Fior ha disegnato l’affiche. E poi appunto Fior, apprezzatissimo a livello internazionale tanto da aggiudicarsi nel 2011 il Fauve d’or, il premio per il miglior album, al Festival d’Angoulême.
Gli ultimi lavori di Manuele Fior e la consacrazione ad Angoulême.
L’illustrazione e il fumetto sono stati due degli argomenti della nostra chiacchierata con Manuele Fior. I principali, potremmo dire, collegandoci poi ai suoi 15 anni di lavoro in questo ambito. Tra le sue opere maggiormente conosciute, apprezzate e premiate ricordiamo per esempio L’Intervista (2013), Le variazioni d’Orsay (2015) e I giorni della merla (2016), tra le ultime pubblicate.
Ma la consacrazione arriva ben prima. Nel 2010 esce la graphic novel Cinquemila chilometri al secondo a cui vengono conferiti il Premio Gran Guinigi del Lucca Comics, il Premio Micheluzzi del Napoli Comicon e il Fauve d’or ad Angoulême.
Questione di tecnica: ogni periodo una sperimentazione diversa.
Ogni periodo ha la sua tecnica prediletta, ci spiega Manuele. Questo (come per Le variazioni d’Orsay) è il momento della guache. Si tratta di una tecnica che “modella” la pittura in momenti e con strati successivi. In altri lavori sono state sperimentate tecniche diverse. Ad esempio L’Intervista è un caleidoscopio di bianchi, grigi e neri ottenuti con la china e il carboncino. Le sfumature, anche quelle metaforiche, sono molteplici. È ciò che ci spiega Manuele sul fumetto in generale: “Il fumetto si basa su una procedura molto lenta, che è quella del disegno. Può mettere il fuoco su cose diverse rispetto al giornalismo o al reportage fotografico. Può far rallentare l’attenzione. In un certo senso fermare l’immagine su alcune cose sulle quali in genere il nostro sistema di comunicazione e di informazione non si concentra. Può raccontare una faccia diversa anche in controtendenza alla realtà di questi giorni.”