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“Baudelaire” di Mario Cresci alla galleria SAGE di Parigi

Baudelaire

Quarantasei “sfaccettature” di Charles Baudelaire attraverso la sua fotografia più famosa, realizzata da Etienne Carjat nel suo studio, nel 1862. Il fotografo italiano Mario Cresci omaggia il poeta maledetto con l’esposizione “Baudelaire“, in mostra alla galleria SAGE di Parigi, visitabile fino al 16 settembre. Prima di approdare nella capitale francese, l’opera di Cresci era già stata esposta a Bergamo a partire dal 2013, sotto il nome de “I rivolti“.

Baudelaire

Foto: © “Baudelaire”, Mario Cresci, SAGE Paris

La concezione della fotografia come “ancella delle arti e delle scienze“, che non crea, ma riproduce la natura, viene smentita usando proprio lo scatto dell’autore de “I fiori del male”. Le quarantasei stampe della foto di Baudelaire (una per ogni anno di vita dell’autore) sono state realizzate in carta cotone. Ognuna di esse è stata piegata in modo diverso, creando così delle geometrie occasionali, che però non coprono mai completamente gli occhi di Baudelaire. In questo modo lo sguardo del poeta sembra mutare producendo una diversa percezione della fotografia in sé. L’uso della carta cotone, che scompone e distorce la fotografia, crea inoltre una sensazione quasi tattile, per via dello spessore da essa prodotto.

Baudelaire

Foto: © “Baudelaire”, Mario Cresci, SAGE Paris

Il rapporto di Charles Baudelaire con la fotografia è stato per molto tempo conflittuale. Il viso “arrabbiato” del poeta, come dichiarato dallo stesso fotografo, deriva dalla sua avversione a farsi fotografare. Il motivo principale per cui cedette all’idea di essere oggetto di quella che lui considerava un mezzo freddo, era di tipo puramente economico. Con il passare degli anni, il poeta francese cambierà idea e finirà per apprezzare le opere di quelli che un tempo lui definiva “pittori mancati”.

Baudelaire nella visione di Mario Cresci

L’opera di Cresci è uno straordinario modo di voler comprendere le diverse sfumature dell’animo di Baudelaire, attraverso un “gioco di sguardi” con il visitatore. La fotografia non rivela fedelmente ciò che la natura mostra. L’arte fredda ha bisogno di essere decifrata per comprendere ciò che dice (o che vorrebbe dire) il soggetto immortalato (l’irrequietezza di spirito dell’autore).

“Baudelaire” di Mario Cresci (in mostra a Parigi) non è solo un omaggio ad un grande letterato, tra i maggiori esponenti Simbolismo francese. La mostra è anche un viaggio sensoriale per il visitatore. Questo potrà così scoprire un “nuovo volto” del poeta de “I fiori del male”, analizzando il suo sguardo da diversi punti di vista. La descrizione della realtà, tipica dalla fotografia, deve lasciare il posto all’interpretazione.

“Baudelaire” di Mario Cresci alla galleria SAGE di Parigi ultima modifica: 2017-08-24T13:04:58+02:00 da Antonello Ciccarello

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