Se si potesse stilare una classifica delle parole più pronunciate dai francesi a partire dalla seconda metà di agosto, « rentrée » si assicurerebbe certamente la posizione più alta sul podio.
La fine del periodo estivo a Parigi è caratterizzato da un martellamento costante sul concetto di rentrée. “L’estate è finita, les enfants, c’est bientôt la rentrée!”. Alla radio, in tv, sui cartelloni pubblicitari che tappezzano le strade e la metro: a qualsiasi ora del giorno e con ogni canale possibile, « C’est la rentréeee! » ve lo ritrovate dovunque, non avete scampo.
A questo punto nasce spontaneo fare un salto nel passato per chiedersi se quando andavamo noi a scuola, in Italia, la storia fosse la stessa. Hai voglia a scavare nella memoria, un bombardamento di queste dimensioni non si è mai registrato nello stivale. L’estate finiva, si andavano a comprare quaderni e astucci con le penne e pace. Tutto finiva lì, a Settembre si tornava sui banchi di scuola, amen.
A Parigi la situazione è ben diversa. Letteralmente « rentrée » significa « rientro » ma nasconde dietro di sé tutto un mondo. Del resto, se gli eschimesi hanno addirittura sei parole per esprimere il concetto di neve, l’uso massiccio della parola « rentrée » nella lingua francese dovrebbe bastare per farci riflettere sull’ importanza che la cultura francese attribuisce a questo concetto.
La rentrée è innanzitutto il rientro dalle grandes vacances estive.
Il prossimo 4 settembre saranno circa 12 milioni gli studenti chiamati a tornare sui banchi di scuola. La lunga pausa estiva volge quindi al termine. Dopo quasi due mesi di relax, genitori e studenti si preparano al suono della campanella come in una corsa convulsa agli armamenti. Le spiagge e le sieste sotto l’ombrellone sono già solo un ricordo. Scovare la promozione più interessante sul materiale scolastico diventa la nuova febbricitante occupazione.
Chi a scuola, chi al lavoro, la rentrée non risparmia proprio nessuno.
Ma la rentrée è molto più di questo. É un ritorno alla vita a tutta velocità!
Per ben due mesi la città è caduta in una specie di rilassato e tiepido letargo estivo. Le scuole chiuse, la città semideserta, la metro vivibile. Dal solito frenetico “metro, boulot, dodo”, durante i mesi estivi Parigi si trasforma in un gatto sornione che sonnecchia al sole, lentamente, tra una terrasse e l’altra.
Da fine agosto però la musica cambia. Il tempo rallentato torna ad allinearsi con il normale ticchettio degli orologi. La città comincia quindi a ripopolarsi, trovare un posto a sedere in metro diventa nuovamente un terno al lotto, la gente torna a camminare al doppio della velocità.
Con la rentrée si torna ai ritmi di vita di sempre e anche i pasti tornano veloci, rapidi, efficaci!
Consapevoli che si tratti di un rito di passaggio difficile ma ineluttabile, tutti cominciano a chiederti se stai bene, se questa rentrée non è troppo dura. Da amici e colleghi ti viene augurato “Bon courage per la rentrée”. Come a dire, fatti forza, non c’è alternativa, bisogna tornare in sella!
Tutta Parigi si risveglia da questo periodo di stand-by estivo, i cartelloni pubblicitari pieni di saldi di ogni tipo per la rentrée ci ricordano che questa è la città che si muove, che bouge, che acquista, che consuma, che lavora, che agisce. Le palestre, i negozi di abbigliamento, perfino le boulangeries ti propinano saldi per la rentrée. 2 croissants acquistati, 1 offerto! Cosa aspetti, muoviti e approfittane!
Questa rinascita passa anche attraverso la rentrée artistica.
Settembre è il momento in cui vengono lanciate sul mercato le nuove proposte letterarie, in cui vengono presentate le nuove mostre, i concerti, gli eventi culturali più importanti. Insomma, anche l’anima culturale di Parigi si risveglia e riparte a tutta birra.
La rentrée, puntuale e pressante come ogni anno, ci ricorda che Parigi è una donna dinamica, un po‘ iperattiva, una di quelle che riescono a dare il meglio di loro quando sono sotto pressione, piene di cose da fare. E a noi non resta che accontentarla. Bonne rentrée a tutti!