Rimbaud: il poeta bambino a 130 anni dalla sua morte

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Rimbaud: il poeta bambino a 130 anni dalla sua morte

Rimbaud - Arthur Rimbaud Copertina

Rimbaud e il suo mito eterno, a 130 anni dalla sua morte. Il mondo della letteratura celebra la figura del più giovane tra i “maledetti”, colui che bruciò di follia e d’esperienza, spegnendosi a soli 37 anni. E poi quell’amore tossico con un compagno di visioni, Verlaine. La vita e la morte in un solo battito, la ricerca di sé oltre ogni limite… Signori e signore, l’immortale poeta bambino: Arthur Rimbaud.

Un’infanzia borghese nelle Ardenne, figlio di una realtà familiare anaffettiva, costretto a sognare altrove, lontano, almeno con lo spirito, da digiuni e punizioni corporali… Sì, il corpo: una proprietà che Rimbaud ha sentito sempre come profondamente libera, al di là della morale bigotta, oltre i limiti imposti dal perbenismo. Scapperà, diverse volte, a Parigi, Londra, l’importante era andare lontano. Non riesce proprio a stare e a restare, Arthur. Provate ad acciuffare la polvere e quella volerà via, lasciando sulle vostre mani soltanto l’alone scuro di quello che fu.

Rimbaud: poeta bambino e angelo maledetto

Sicuramente fu il più giovane tra i poeti maledetti, di quella Parigi fumosa del verde dell’assenzio, di quel periodo di transizione tra la morale vittoriana e lo scandaloso pieno Ottocento. Rimbaud compose opere di una bellezza straziante nell’arco di soli 4 anni, dai 15 ai 19 anni più precisamente. Scriveva già da bambino, come asseriva la sorella e già da allora, rincorreva coraggiosamente l’ebbra ispirazione, quell’unica che ti allontana da tutti e da tutto il resto.

Rimbaud - Rimbaud Senna
Allée Arthur Rimbaud a Parigi – Fonte: Wikimedia Commons

Tira fuori dal fogliame d’ipocrisia, la sua testa di fauno, il giovane Rimbaud e scrive di follia, di libertà sessuale, di quel mordere i fiori rossi della vita e dell’amore selvaggio. L’amore… L’incontro con Verlaine a soli 17 anni: Paul aveva trovato in Arthur la ninfetta di Nabokov, vestita di una profondità intellettuale quasi mostruosa e disturbante. A 130 anni dalla sua morte, risuonano ancora oggi le parole di Rimbaud, per cui il poeta era e “doveva farsi veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza dei sensi”. Una ragionata sregolatezza dei sensi… Perdere il controllo, l’equilibrio, lanciarsi ad occhi chiusi e “vedere”, forse per la prima volta.

Il giovane dalle suole di vento e quel colpo di pistola a Bruxelles

Lo abbiamo detto, Rimbaud non era uno in grado di restare. E nonostante l’amore maleducato e libero per Verlaine, il poeta dalle suole di vento, come lo chiamava lo stesso amante, desidera ancora una volta, volare altrove. A Parigi, precisamente. Ma per Verlaine è troppo: compra un revolver e fa esplodere due colpi su Arthur che ferirà al polso. In precedenza, Rimbaud aveva ferito con un coltello la mano di Paul: viene da pensare quasi a un nero rituale tra due mantidi religiose della letteratura, ferire le mani, lo strumento che partorisce il miracolo su carta.

Rimbaud - Statua Rimbaud
La statua dedicata a Rimbaud a Parigi – Ph: S.J. De Rosa

Era il 10 luglio 1873 a Bruxelles e Verlaine finirà in prigione, ma non per aver sparato. Sarà incarcerato per aver amato (un uomo). Triste destino, comune a quello di un altro immenso tra i grandi, Oscar Wilde. Da quell’amore, nessuno ne uscì vivo: Rimbaud abbandonò la poesia definitivamente e troppo presto, quasi che avesse bruciato la candela della vita in pochi anni, arrivando a capire l’essenza della cera, la sua verità. Verlaine, terminerà i suoi giorni da barbone, quel genio poetico reo soltanto di aver sognato di possedere il vento…

130 anni dalla morte di Arthur Rimbaud: il fauno vive ancora

Ciò che ha reso grande il poeta bambino Rimbaud, è stato dar vita a un decadentismo che è ancora oggi attuale. E il fatto che poesie di questo grado di libertà e intensità le abbia scritte un adolescente, rende ancor più fitto il mistero di questo artista. Il 10 novembre 1891 Arthur moriva a soli 37 anni a causa di un cancro alla gamba. La vita, nella sua prepotenza quasi grottesca, volle fermare la corsa libera di quel Mercurio della poesia, troppo veloce per chiunque, forse anche per se stesso. Ciò che non si arresta è il suo mito, la potenza espressiva della sua scrittura, uno schiaffo fatto di caratteri tipografici in bianco e nero che illuminò l’oscurità del conformismo.

“D’estate, a calpestare per i sentieri andrò,
dentro il grano che punge, l’erba tenera a sera.
Sognando, la freschezza ai piedi sentirò,
lascerò che mi bagni la testa nuda il vento.

Non parlerò, smarrito ogni pensiero umano,
ma infinito nell’anima mi crescerà l’amore
e andrò come uno zingaro lontano assai lontano
per la Natura lieto come con una donna”.

Sensazione (1870) – A. Rimbaud

Foto di copertina: ritratto di Rimbaud – Fonte: Wikimedia Commons

Rimbaud: il poeta bambino a 130 anni dalla sua morte ultima modifica: 2021-12-01T09:00:00+01:00 da Sarah Jay De Rosa

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