Faccette, il Brasile e gli ultimi progetti di Marco Iacampo.

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Marco Iacampo si racconta in occasione del suo concerto a Tremblay.

Faccette

“Un concerto intimo e poetico”. Le parole perfette per presentare la prossima esibizione su suolo francese di Marco Iacampo. In occasione della serata “Parfum d’Italie” prevista per sabato 29 febbraio, l’artista proporrà il meglio di tutta la sua produzione musicale, all’Odéon di Tremblay vicino Parigi nell’ambito di una manifestazione cento per cento italiana. Per l’occasione abbiamo scambiato due chiacchiere con Iacampo, alla vigilia del suo concerto. Ecco cosa ci ha raccontato a proposito delle sue collaborazioni, della sua musica e… delle “faccette”. 

Ciao Marco. È passato esattamente un anno dall’ultima volta che ci siamo visti qui a Parigi in occasione di un tuo concerto. Allora ci parlavi di alcune novità importanti e hai cantato per noi dei pezzi inediti. Puoi svelarci qualcosa su quelli che sono i tuoi progetti in atto?

Ciao, è stato un anno intenso. Ho fatto un bel po’ di concerti, sono stato in Brasile a lavorare su un disco di chitarra e voce con ospiti brasiliani e ho seguito molti progetti paralleli. Ed è anche quello che sto continuando a fare: la mia cifra si esprime al meglio nelle mie performance dal vivo e sto cercando di suonare il più possibile fuori dall’Italia, che in questo momento ha forse qualche problema di attenzione sul versante musica. Vedo che in Francia la situazione è diversa.

Ho delle canzoni nuove, parecchie! Ma aspetto la buon stagione per cominciare a registrare.

Parallelamente lavoro su Veneto Contemporaneo, il progetto culturale che ho ideato per il mio territorio su alcuni eventi soprattutto a carattere musicale.

E poi ci sono le faccette..

 

Faccette

Alcuni dei visi del progetto “Faccette”. Foto: ©Faccette. by Marco Iacampo (Facebook).

 

A proposito di questo: risale a pochi giorni fa l’inaugurazione da parte tua di una nuova pagina Facebook, questa volta dedicata al progetto grafico “Faccette”. È un progetto che ha radici lontane, che risalgono all’infanzia. L’espressione grafica e quella musicale sono due facce complementari della tua arte?

Disegno da quando sono piccolo, i miei genitori non hanno voluto mandarmi al liceo artistico, ma ho comunque continuato a lavorarci su, anche parallelamente alla musica. Faccette è un’idea divertente, ma non solo. Questi quadri composti da illustrazioni di faccine tutte diverse è un modo per scaricare creatività, ma anche per sondare l’animo umano, il mio soprattutto.

Rispetto alla musica lo vivo con più leggerezza. Ho bisogno ogni tanto di fare un quadro e quando lo finisco sono felicissimo.

E vedo che riesco anche a comunicare molto di me e del mio senso estetico.

Sono passati almeno vent’anni dal tuo debutto musicale, e per l’occasione festeggi con il concerto all’Odéon di Tremblay. Ti va di fare con noi un bilancio di questi ultimi due decenni musicali?

Forse anche di più di vent’anni. Per prima cosa ti direi che è stata dura, poi se penso a tutti i luoghi che ho visto, le cose che ho imparato, le persone con cui ho vissuto questa fatica è stata ben compensata. In questi vent’anni l’industria musicale è entrata sempre di più nella fase creativa e questo molte volte chiede agli artisti dei compromessi non sempre accettabili.

Cerco nonostante tutto di mantenere ciò che della musica mi piace di più, il momento della creazione, il motivo che ti fa emozionare e in cui credi, la danza dei gesti sullo strumento, il canto.

All’Odéon farò un pot-pourri del meglio delle mie canzoni, darò il meglio di me insomma!

 

Per la foto di copertina: ©lodeonscenejrc (Facebook).

Marco Iacampo si racconta in occasione del suo concerto a Tremblay. ultima modifica: 2020-02-28T14:05:42+01:00 da Serena Mascoli

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