Marco Iacampo, l'intervista esclusiva per il tour di "Fructus" - itParigi

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Marco Iacampo, l’intervista esclusiva per il tour di “Fructus”

Marco Iacampo

Questo caldo (e lungo) autunno parigino ci sta regalando tanta bella musica italiana da ascoltare dal vivo. Prima del concerto di Max Gazzè previsto per il 18 ottobre, noi di itParigi abbiamo passato un estasiante weekend in compagnia dell’ottima musica di Marco Iacampo. Eccone il resoconto.

“Vale tudo, flores et fructus”

Abbiamo incontrato Marco Iacampo l’11 ottobre al Ciaognari, dove si è svolto uno speciale showcase per i lettori di itParigi. Tra un Barolo e un Verdicchio, abbiamo chiacchierato con il cantautore “mezzo veneto e il resto africano” – ma anche molisano [N.d.R.] – di ritorni e radici, di alberi e risvegli. L’occasione è stata l’uscita a maggio del nuovissimo album Fructus per la label Urtovox. Ultimo di una trilogia composta anche da Vale tudo (2012) e Flores (2015), le 11 tracce di questo disco vantano importanti collaborazioni. I campionamenti sono infatti dell’artista, compositore e musicista paulistano Gui Amabis che ha coprodotto il disco. Ne consegue che il lavoro gode inevitabilmente di echi “esotici”, come la tropicale Così buono o il folk cadenzato di Un giorno splendido. Anticipato dal singolo La vita nuova, dal sapore vagamente soul, il disco conferma la scrittura intimista con cui Iacampo ha impregnato i due precedenti album della trilogia.

Marco Iacampo in acustico al Pinot Grigio: ecco come è andata

Per il concerto del “Pittore elementare” – come Marco Iacampo stesso si definisce nella prima traccia di Flores – il Pinot Grigio non poteva essere location migliore. L’atmosfera surreale di ghirlande di luci e calici di vino ha accolto alla perfezione i due set chitarra e voce proposti dal cantautore. Nel repertorio, tutto in acustico, erano presenti non solo i nuovi pezzi ma anche i classici dei lavori precedenti. Così, iniziando da Mondonuovo del 2012, il concerto è stato una divagazione a ritroso fino all’espressiva Amore in ogni dove e alla poetica Amore addormentato, tutte dello stesso album, Valetudo. A inframmezzare questi pezzi storici, molti nuovi brani di Fructus, come le due versioni di La vita nuova. E per concludere due preziose cover: Nature boy di Nat King Cole nella versione di Aurora e il canto alpino Il testamento del Capitano, a sottolineare lo speciale rapporto dei veneti con i loro monti.

Marco Iacampo

Iacampo durante la sua esibizione al Pinot Grigio. Foto: © Davide Weber Photography.

Dal Veneto a Parigi

Nato a Mestre, infatti, nel 1976, Marco Iacampo è da anni una figura centrale della scena cantautoriale italiana. Gli esordi con vari gruppi tra cui gli Elle e il debutto da solista con il progetto Goodmorningboy, hanno portato col tempo il songwriter dalla lingua inglese, come mezzo espressivo, all’italiano. Ma tra le origini veneto-molisane e i raffinati esiti di Fructus trova posto un altro elemento fondamentale: la “terronaggine” come Marco ci spiega. “È un fatto di gravità la terronaggine, non è un fatto di latitudine. E penso che l’attaccamento alle radici sia fondamentale per riconoscere quelle che sono le radici in tutte le culture del mondo”. Non possiamo fare altro, dunque, che augurare a Marco Iacampo di continuare a portare le sue radici (e le nostre) in giro per il mondo.

Buon ascolto!

Marco Iacampo, l’intervista esclusiva per il tour di “Fructus” ultima modifica: 2018-10-16T08:52:49+02:00 da Serena Mascoli

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