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Alessandro Sgobbio – Un sogno jazz in battere e levare

Alessandro Sgobbio

Ancora una volta, Parigi profuma di jazz … Abbiamo incontrato il pianista Alessandro Sgobbio dei Pericopes per una chiacchierata all’insegna della musica e della bellezza, quella di tutti i giorni, fatta di multiculturalismo, di colori. La bellezza della Ville Lumière e dell’arte di un ragazzo che ha fatto del suo sogno, il suo respiro quotidiano. Buona lettura!

Alessandro, finalmente ce l’abbiamo fatta! Grazie davvero per essere qui con noi di itParigi.it a condividere la tua storia. Spara pure, siamo tutti orecchi: perché la musica e da dove è partito il tuo successo?

Alessandro Sgobbio

Alessandro Sgobbio © Chiara Esposito

«Grazie a voi (sorride, ndr)! Perché la musica? Beh, è tutta la mia vita! Ho iniziato a studiare pianoforte all’età di 5 anni, quasi per gioco, percorrendo le orme di mio padre, anche lui musicista; da lì nasce un amore per la musica che dura, ormai, da più di 30 anni. I miei genitori hanno creduto fin da subito in questa mia scelta, supportandomi nei miei studi e nella mia passione. Dopo i primi anni di studi musicali a Crispiano (mio paese natio) e Taranto, successivamente ho scelto il Conservatorio di Parma per continuare il mio percorso formativo, ottenendo il diploma di pianoforte, il biennio specialistico in Jazz, e nel frattempo anche una laurea triennale in Lettere e Filosofia. Parma è stata ed è tutt’ora una città che mi ha dato tanto. Dopo Parma, la Norvegia. Eh sì, non proprio dietro l’angolo, ma una nazione fantastica dove ho conseguito un Master in Composizione e improvvisazione, perfezionandomi  presso la Norges Musikkhøgskole di Oslo con un team straordinario di musicisti e musiciste, tra cui il mio mentore, il compositore e pianista Misha Alperin. Diciamo che intorno ai 20 anni ho capito che la musica sarebbe diventata il mio quotidiano. Presto sono arrivate tante soddisfazioni: i premi “Umbria Jazz Contest” e “Padova Carrarese” con il progetto Pericopes, la nomina tra i migliori talenti jazz del 2012 al Top Jazz… Insomma, l’Italia mi ha dato tanto, ma ad un certo punto ho sentito di volermi misurare con qualcosa di più grande, di diverso, ed è stato così che ho raggiunto Parigi»

Perché proprio Parigi? Cos’ha in più, secondo te, da offrire ad un artista?

«Mi sono ritrovato a Parigi per caso: dopo tanto studio, avevo deciso di prendermi un periodo sabbatico e sono arrivato qui. Una serie di circostanze e di opportunità, tra cui la selezione al concorso internazionale di piano jazz “Martial Solal”, mi hanno fatto cambiare quel biglietto aereo di ritorno, in uno di solo andata.

Ho iniziato a costruirmi pian piano una vita qui e la città mi ha progressivamente accolto. Parigi poi è meravigliosa! C’è un fervore culturale e artistico davvero affascinante. Mi sento molto ispirato da questa città che ti permette di incontrare sempre gente nuova, culture diverse, colori diversi… A Parigi non ci si sente mai obbligati a chiedersi “da dove veniamo”. Questo clima di inclusione al di là delle nazionalità, delle culture, mi fa stare bene e illumina la mia musica. Scoprire ogni giorno la bellezza nella diversità.

Poi c’è l’aspetto della crescita personale: da un lato, una grande città è frenetica, non sta lì ad aspettarti, ma da un altro lato ti spinge a dare il meglio di te, sempre. In Italia, pur essendoci molte realtà produttive di altissimo profilo, a volte si corre il rischio di rimanere un po’, come dire, “coccolati” dalle tradizioni, da una comunità splendida, e questo crea forse un’atmosfera di maggiore protezione».

Con quali gruppi collabori?

Alessandro Sgobbio e i Pericopes+1

I Pericopes+1: da sinistra, Alessandro Sgobbio, Nick Wight e Emiliano Vernizzi © Jeff Sales

«Collaboro da oltre dieci anni con il progetto Pericopes, duo fondato a Parma assieme al sassofonista Emiliano Vernizzi, grande musicista e amico sin dai tempi del conservatorio. Nel 2012, proprio in quel di Parigi, nasce Pericopes+1: emanazione in trio dello stesso progetto, con l’aggiunta del batterista americano Nick Wight. Il nostro primo disco in trio, realizzato negli States, ha contribuito a proiettarci in una dimensione più internazionale, permettendoci di effettuare oltre 150 concerti in Europa, America e Cina; nel 2017 abbiamo pubblicato un secondo disco in trio, dal titolo “Legacy” per l’etichetta Auand Records. Un progetto recente è il mio nuovo quartetto italo-norvegese Silent Fires, nato nel 2016 durante i miei studi a Oslo e che comprende Karoline Wallace (voce), Hilde Marie Holsen (tromba & live electronics) e Håkon Aase (violino), con i quali ho avuto il piacere di esibirmi in diverse occasioni in Norvegia, Francia e Italia. Negli scorsi anni ho anche collaborato, composto e registrato in studio con il sestetto Debra’s Dream e il mio trio “parigino” Charm. Dulcis in fundo, mi capita sempre più spesso di esibirmi in piano solo, ed è una dimensione che amo tantissimo. Insomma, è un privilegio aver incontrato e portare avanti dei progetti importanti con delle persone meravigliose. Una sperimentazione continua, che da Parigi (per me non solo una città-panorama, ma un vero e proprio microcosmo), continua a portarmi in tante nazioni diverse».

Alessandro Sgobbio e i Silent Fires

Alessandro Sgobbio e i Silent Fires © Mathias Eick

So che voi musicisti amate ogni vostra creatura, ma c’è un brano in particolare a cui sei più affezionato e se sì, perché? Io per esempio, ho amato molto Cocteau

«Oddio, è difficile trovarne uno in particolare… Sicuramente quello che hai citato tu è un pezzo che ci ha portato molta fortuna. Cocteau fa parte dell’album “What What” di Pericopes, uscito nel 2018 per la Unit Records. In effetti, è un brano molto melodico in cui il lirismo del pianoforte si fonde con le intense incursioni del sassofono. Non mi stupisce che ti sia piaciuto perché molte persone (tra cui molti non “addetti ai lavori”) ci hanno detto di averlo gradito. È interessante per me, in quanto musicista, riuscire a stabilire una connessione con il pubblico, e con alcuni brani questo avviene in maniera naturale, quasi “automatica”. Possiamo condividere un’emozione e dimenticare – almeno per un momento – il tran tran quotidiano, i bip dei nostri telefonini e qualsiasi altra distrazione contemporanea. Un altro brano che amo molto è “La Rentrée”, il cui video è stato girato a Venezia dalla bravissima Eleonora Soresini. Sì, insomma, come hai detto tu noi musicisti amiamo tutto ciò che facciamo, ma se dovessi scegliere, vi consiglierei di ascoltare questo pezzo».

Dove possiamo rivederti, Alessandro? Quali progetti hai in cantiere?

«Potete trovare il calendario dei miei concerti sul mio sito: www.alessandrosgobbio.it, ma ciò che posso già dirti è che ci rivediamo a Parigi molto presto. Il 24 luglio, suonerò al Club Bab-Ilo di Parigi, in trio con Mauro Gargano e Christophe Marguet. Il 18 e 19 ottobre con Pericopes+1 suoneremo al club La Gare, poi il 14 novembre con Silent Fires alla Maison de Norvège.

Al di fuori della capitale francese, sarò presto in tour con Pericopes+1 (luglio e ottobre) ed effettuerò una mini-serie di concerti in solo (agosto). Con il quartetto Silent Fires pubblicheremo presto un disco incentrato sul tema della spiritualità, e a novembre avremo alcune date in versione “quintetto”, con la partecipazione della danzatrice norvegese Synne Garvik. Sarà molto intenso».

Ne sono certa! Grazie Alessandro, per questa bella intervista. Non vediamo l’ora di rivederti al più presto!

«Grazie a voi, davvero!»

Dunque, popolo più o meno edotto di jazz, restate in ascolto: Pericopes+1 e Silent Fires  con Alessandro Sgobbio, torneranno presto nella Ville Lumière per vivere un sogno jazz in battere e levare!

Info:

Sito ufficiale del musicista Alessandro Sgobbio: https://www.alessandrosgobbio.it/

Pagina FB Alessandro Sgobbio: https://www.facebook.com/alessandrosgobbiomusic

Pagina FB Pericopes: https://www.facebook.com/pericopes/

Pagina FB Silent Fires: https://www.facebook.com/SilentFiresMusic/

Alessandro Sgobbio – Un sogno jazz in battere e levare ultima modifica: 2019-06-17T13:57:43+02:00 da Sarah Jay De Rosa

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